Germondo, Venezia, Zatta, 1794

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Sala nel palazzo reale.
 
 ROSMONDA, poi LISIMACO
 
 Rosmonda
 
    Alme afflitte, innamorate,
 che provate il duol ch’io sento,
 dite voi se al mio tormento
490un tormento egual si dà. (Vedendo venir Lisimaco)
 
 Lisimaco, il mio ben, l’idolo mio,
 dimmi, che fa, dov’è?
 Lisimaco
                                          Gli ordini aspetta
 per presentarsi al re.
 Rosmonda
                                         Deh un sol momento
 vederlo a me concedi.
 Lisimaco
495L’impossibil, Rosmonda, invan mi chiedi.
 Rosmonda
 Va’, Lisimaco, almeno
 va’, parlagli per me. Di’ che mi nutro
 di lagrime e sospiri... Ah no, non dargli
 nuova cagion d’indebolirsi. Ascolta...
500Digli solo che l’amo e che gli dei
 non cesso di stancar co’ voti miei.
 Lisimaco
 Non temer, principessa,
 Germondo, il sai, t’adora;
 diragli il cor più che non dici ancora. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ROSMONDA, poi CRATERO
 
 Rosmonda
505Che crudeli momenti!... Oh ciel! Cratero!
 Come da lui sottrarmi?
 L’importuno mancava a tormentarmi.
 Cratero
 Rosmonda, il tuo destino
 non sa farsi miglior; vive Alarico,
510durano i lacci tuoi e se speranza
 di Germondo nel cuor finora avesti,
 con le sventure sue tu la perdesti.
 Torno a offrirmi al tuo scampo.
 Rosmonda
                                                           E puoi tu stesso
 a un innocente oppresso
515nemici accumular?
 Cratero
                                      Forse in mia mano
 saria l’alma placar del padre irata.
 Farlo vorrei ma non lo merti, ingrata.
 Rosmonda
 Deh ritorna in te stesso,
 deh pensa alla tua gloria.
520Abbia la tua virtù merto e vittoria.
 
    Amore mi chiedi,
 ingrata mi credi.
 D’amarti il mio cuore
 non è in libertà.
 
525   Più nobile affetto
 deh accenda il tuo petto;
 d’amore l’ardore
 converti in pietà. (Parte)
 
 SCENA III
 
 CRATERO, poi ALVIDA
 
 Cratero
 Ah crudeltà sarebbe
530resistere a quel pianto e a un vano amore
 sagrificar con ignominia il cuore.
 No, Germondo non merta,
 fra le ingiustizie onde l’aggrava il fato,
 me trovar suo nemico e congiurato.
 Alvida
535Principe, tu mi lasci
 sola, dolente, alle mie smanie in preda?
 Cratero
 Alvida, ambi siam rei;
 tu d’un amor che offende
 lo sposo ancor vivente;
540io d’avere al periglio
 con colpevol silenzio esposto il figlio.
 Scusati fin che il puoi. Cedi a Rosmonda
 un cuor che amar non dei...
 Alvida
 Ah risveglia quel nome i furor miei.
545Pera la mia rival, pera l’ingrato...
 Barbaro, crudo fato!
 Di qual vana lusinga il cor si pasce?
 Viva la mia nemica,
 gioisca a mio dispetto,
550solo la morte in mio soccorso aspetto.
 Cratero
 Modera il tuo furor.
 Alvida
                                       Lasciami.
 Cratero
                                                           Ah pensa
 che se umano è il fallire e se il pentirsi
 d’alma bennata è segno,
 sol l’ostinarsi di perdono è indegno.
 
555   Chi è di noi che vantar possa
 l’innocenza sua primiera?
 Ma si tenta, ma si spera
 la virtù ricuperar.
 
    Men di te chi ai cuori impera
560non mi rese odioso oggetto;
 ma virtude nel mio petto
 si comincia a risvegliar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 ALVIDA, poi ALARICO con guardie
 
 Alvida
 Ah il mio livor, ah il mio cocente ardore
 aumenta sempre e di me stessa ho orrore.
 Alarico
565Reina, al tuo cospetto
 vuo’ che il reo si discolpi o si condanni.
 Olà... (Alle guardie)
 Alvida
               No, la sua vista
 non soffrirò. Condannalo, se vuoi,
 assolvilo, se il brami. Io della colpa
570l’autor conosco; e di punir m’impegno
 la cagion del mio pianto e del tuo sdegno.
 
    Nascondi al mio ciglio,
 nascondi quel figlio
 che destami in petto
575dispetto e terror.
 
    Attendi, sospendi
 qualunque vendetta;
 punire s’aspetta
 a me il traditor. (Parte)
 
 SCENA V
 
 ALARICO, guardie, poi GERMONDO
 
 Alarico
580Ah i rimproveri intendo.
 M’accusa Alvida di lentezza e teme
 nel giudice trovar padre indulgente.
 Olà. Germondo a me. Stelle! Qual punto!
 Qual dover! Qual orrore!
585Oh padre! Oh figlio! Oh debolezza! Oh amore!
 Germondo
 Padre...
 Alarico
                  Più non chiamarmi
 con sì tenero nome. Il tuo sovrano
 col genitor confondi.
 Il tuo giudice parla, a lui rispondi.
 Germondo
590Di qual colpa son reo?
 Alarico
                                           Chiedilo, indegno,
 al perverso tuo cor. T’accusa Alvida;
 Cratero inorridisce. Il tuo silenzio,
 il tuo pallor, l’acciaro
 della regina nelle stanze in pugno,
595tutto reo ti convince.
 Germondo
                                        Eppure... Ah padre,
 se men t’amassi e rispettassi meno
 l’onor tuo, la tua pace...
 Deh lasciami tacer.
 Alarico
                                      T’intendo, audace.
 D’una sposa reale osi la fede
600render sospetta ed oltraggiar la fama.
 Perfido, nuove colpe
 mediti per salvarti.
 Basterebbe assai men per condannarti.
 Germondo
 Ma... forzato dirò...
 Alarico
                                     Basta. Soffersi
605troppo l’audacia tua. Vendetta chiede
 un trono offeso, una real consorte.
 Certa è la colpa tua. Sei reo di morte.
 Guardie, in carcere oscuro
 chiuso sia il contumace.
 Germondo
610Tenero padre mio...
 Alarico
                                       T’accheta, audace,
 vattene al tuo destin.
 Germondo
                                         Qualunque sia,
 sosterrò con valor la sorte mia.
 
    Padre mio, tu mi condanni
 ma innocente è questo cor.
 
615   (Se non parlo, ah son tradito.
 Se favello sembro ardito,
 non resisto al mio dolor).
 
    Padre mio, tu mi condanni
 ma innocente è questo cor.
 
620   Partirò per obbedirti,
 tacerò per non ridirti
 che la colpa, che l’error...
 
    Padre mio, tu mi condanni
 ma innocente è questo cor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 ALARICO e guardie
 
 Alarico
625Ah che vuol dir quel che mi sento in seno
 improvviso terror? Sarebbe mai
 dell’ingiustizia mia... Ma se innocente
 è di Germondo il cuore,
 in chi del fallo, in chi cercar l’autore?
630Alvida... Ah no, perdona,
 Alvida, il rio sospetto.
 Di tal macchia incapace è un regal petto.
 
    Que’ sospiri, quel duolo, quel pianto
 sono inganni d’un’alma perversa,
635con le colpe chi vive e conversa
 a mentire gran pena non ha.
 
    Di giustizia e costanza mi vanto
 nel punire d’un figlio l’eccesso
 ma ad un padre sentire è permesso
640qualche moto d’interna pietà. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Carcere.
 
 GERMONDO solo
 
 Germondo
 Qual orror! Qual silenzio! In ogni lato
 veggo l’ombra funesta
 del carnefice mio. Veggo la scure
 che sul capo mi pende. Odo il mugito
645dell’onde stigie; a sé mi chiama il nero
 condottiero inclemente.
 Eppure, eterni dei, muoio innocente.
 Ah Rosmonda, Rosmonda, ah! Sei tu sola
 che orribile mi rendi
650della morte l’aspetto. Oh dio! Potessi,
 in mezzo al mio martire,
 una volta vederti e poi morire.
 
    Deh vi mova, o giusti dei,
 a pietade il mio tormento,
655esaudite i voti miei,
 consolato io morirò.
 
 Ma del carcere i’ sento
 schiuder le ferree porte. Oh ciel! Si appressa
 il momento funesto.
 
 SCENA VIII
 
 LISIMACO, soldati ed il suddetto, poi ROSMONDA
 
 Lisimaco
                                        Ah fuggi, o prence.
660Fuggi, non ti arrestar. La tua innocenza
 chiara un giorno farai; ma intanto evita
 il momento fatal che il padre irrita.
 Germondo
 E Rosmonda?...
 Lisimaco
                                Rosmonda
 ti seguirà; ma vanne;
665ma profitta del tempo. Aperto sempre
 l’adito il nostro zelo
 non avrà per salvarti.
 Segui la scorta tua, salvati e parti.
 Germondo
 Come partire, oh dio!
670senza l’idolo mio?...
 Rosmonda
                                       Senza Rosmonda,
 caro, non partirai.
 Germondo
                                    Vieni, mia vita;
 se viver teco o se morirti accanto
 il destin mi concede,
 altro bene, altra sorte il cuor non chiede.
 Lisimaco
675Seguite dunque unite,
 anime valorose,
 quel destin che v’ispira.
 Germondo
                                              Andiam, mia vita.
 Rosmonda
 Andiam; ma pria che teco
 dalle mura nemiche io tragga il piede,
680del tuo amor, di tua fede
 pegno ti chiedo. Ah non tel chiedo invano.
 Germondo
 Proteggeteci, o numi, ecco la mano.
 
 a due
 
    Casto amor, fra questi orrori
 deh proteggi un puro affetto;
685quell’ardor che m’arde in petto
 deh protegga il tuo favor.
 
    La mia destra ed il cuor mio
                 cara, tuo
 prendi o                   son io
                 caro, tua
 di mia fé gradisci il pegno...
 
 SCENA IX
 
 ALARICO con seguito di guardie ed i suddetti
 
 Alarico
690Perfidi! Ad onta mia?... T’arresta, indegno;
 non invan prevenuto
 fui dell’audacia vostra. Olà, ministri,
 in sacrificio all’ire mie insultate
 le due vittime ree cadan svenate. (Alle guardie. Le guardie si avanzano)
 Lisimaco
695Amici, il vostro prence, (Ai soldati)
 la speranza, l’amor, l’onor del regno
 difendete, salvate. (I soldati difendono Germondo)
 Alarico
                                     Evvi chi ardisce
 opporsi al cenno mio? Perfidi! Io stesso... (Tira la spada e va per trafigger Germondo)
 
 SCENA ULTIMA
 
 CRATERO ed i suddetti
 
 Cratero
 Ferma, non consumar l’orrido eccesso. (Ad Alarico)
 Alarico
700Tu quell’empio conosci e il brami in vita?
 Cratero
 Solo Alvida è la rea. Da questo foglio
 tutto e troppo saprai.
 Alarico
                                         Leggasi. Oh numi!
 Deh prestatemi aita.
 Rosmonda
 Ah Germondo, idol mio. (Piano a Germondo)
 Germondo
                                                Speriam, mia vita. (Piano a Rosmonda)
 Alarico (Legge)
705«Sei tradito, Alarico,
 è Germondo fedel. Se il reo tu chiedi,
 se il colpevole cerchi, in me tu il vedi.
 De’ miei rimorsi il peso
 tollerar non potei. Pronto veleno
710volontaria succhiai, cedo al mio fato.
 Perdonami, signor, sei vendicato».
 Giusti dei, qual orror!... Ma la pietade...
 Si soccorra l’ingrata.
 Cratero
                                        Invan lo chiedi.
 Io spirare la vidi.
 Alarico
                                   Ah figlio! (Abbracciando Germondo)
 Germondo
                                                       Ah padre!
 Alarico
715Perdona al mio furor; ma tu, Cratero,
 nell’error mi lasciasti...
 Cratero
                                             Ah di Germondo
 sfortunato rival d’amore acceso,
 men colpevol non sono...
 Alarico
 Tu salvasti mio figlio e ti perdono.
720Perdono di Lisimaco
 all’audace pietade. Il nodo approvo
 di Rosmonda e del figlio. Ah se la colpa
 dal ciel fu vendicata,
 trionfi amor, sia la virtù premiata.
 Germondo
 
725   Padre amato!...
 
 Rosmonda
 
                                  Ah re pietoso!...
 
 Alarico
 
 Stringi, o figlia, il caro sposo.
 
 a tre
 
 Qual momento, qual contento,
 qual piacer m’inonda il cor!
 
 Germondo, Rosmonda a due
 
    Casto amor, de’ nostri cuori
730deh proteggi il puro affetto.
 Quell’amor che m’arde in petto
 deh protegga il tuo favor.
 
    La mia destra ed il cuor mio
                cara, tuo
 prendi o                   son io.
                caro, tua
735Di mia fé gradisci il pegno.
 
 Alarico
 
 Sì bel nodo è di voi degno.
 
 a tre
 
 Qual piacer m’inonda il cor!
 
 Germondo
 
    Padre amato!...
 
 Rosmonda
 
                                  Ah re pietoso!...
 
 Alarico
 
 Stringi, o figlia, il caro sposo.
 
 tutti
 
740Qual momento! Qual contento!
 Qual piacer m’inonda il cor.
 
 coro di soldati e di guardie
 
    Vi consoli amor pietoso,
 alme fide e fortunate
 e la pace al cor recate
745dell’afflitto genitor.
 
 tutti
 
    Qual momento! Qual contento!
 Qual piacer m’inonda il cor!
 
 coro (Come sopra)
 
    La virtù perir non puote,
 l’innocenza è in ciel protetta;
750e de’ rei sa far vendetta
 l’immortal vendicator.
 
 tutti
 
    Qual momento! Qual contento!
 Qual piacer m’inonda il cor!
 
 
 Fine del dramma